Mercoledì 11 Novembre 2020

Il ministero dell’Università e della ricerca ha pubblicato le prime linee guida per la Ricerca italiana sull’idrogeno.
Il progetto, rinominato “Strategia italiana ricerca idrogeno” (SIRI), riguarda temi come la produzione e l’impiego dell’idrogeno come risorsa energetica del prossimo decennio e il ruolo dell’Italia nell’ambito del Green Deal europeo e del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe.

La questione principale che ricorre nel documento è la filiera dell’idrogeno. In particolare, la creazione di un programma strategico integrato sulla filiera idrogeno è indicata come una condizione necessaria per sopperire al gap presente attualmente tra la ricerca in Italia e quella europea. In primis quindi, sarà necessario investire in ricerca e sviluppo.

Ma non solo: un piano per l’idrogeno in Italia deve anche considerare aspetti di transizione insieme ad una prospettiva di più lungo termine che comprenda gli aspetti relativi alla produzione, stoccaggio/trasporto ed utilizzo di H2 verde (o senza emissione di CO2), per contribuire in modo significativo al processo di decarbonizzazione.

Oltre all’avanzamento delle conoscenze e delle tecnologie, il documento specifica gli usi finali di questo vettore energetico e le possibili applicazioni nell’industria e nell’edilizia, mobilità sostenibile, sfruttamento ottimale delle rinnovabili. Tra questi, le applicazioni industriali vengono ritenute prioritarie, per l’introduzione dell’idrogeno, specialmente green, nel mercato delle “commodities”.

Durante l’audizione in commissione Ambiente del Senato del 10 novembre 2020, il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha precisato che solo l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, il cosiddetto idrogeno verde, sarà incentivato (diversamente dall’idrogeno blu ottenuto dalla cattura e stoccaggio della CO2). Il ministro ha dichiarato che in un arco di tempo di 3-5 anni sarà possibile raggiungere un valore di produzione dell’idrogeno verde assolutamente competitivo “e quindi oggi dobbiamo investire su quello e creare gli asset industriali, perché uno dovrà essere in Italia”.

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